La figura dello psicoterapeuta

La vita di ognuno di noi è costellata da momenti di crisi o di cambiamento,  e spesso la presenza e la vicinanza di qualcuno che ci comprende, ci sappia ascoltare e ci conforti è un aiuto sufficiente.

Altre volte invece tali momenti critici sfociano in una vera e propria “sofferenza psichica”, che si manifesta all’improvviso, oppure che può crescere lentamente nel tempo fino a diventare insostenibile, che perdura oltre quanto ci saremmo aspettati, compromettendo la nostra vita sociale, familiare e lavorativa. Ci sentiamo spaventati, disorientati, confusi, proviamo ansia, disperazione, senso d’impotenza, depressione, senso di vuoto, che si alternano uno dopo l’altro, oppure uno di questi può prendere il sopravvento e dominare la nostra vita.

Non è così semplice capire quello che ci succede, i motivi che ci hanno portato a stare “così male” e muovere i primi passi verso il cambiamento.

In questo caso non è più sufficiente la sola presenza affettuosa di un amico, se pur bravo e ben intenzionato, ma diviene indispensabile la figura di un professionista, in possesso di una specializzazione, grazie alla quale sarà in grado di addentrarsi nei meandri della mente umana e di capirne il funzionamento.

L’aver conseguito una specializzazione, permette allo psicoterapeuta di offrire al paziente un percorso di cura per affrontare le diverse forme di sofferenza psicologica, da quella più lieve a quella più grave.

Per fare questo delicato lavoro, come in ogni altro lavoro, occorrono gli strumenti adatti e la capacità di maneggiarli senza far danni, occorre avere “imparato”, aver studiato, aver fatto pratica con dei tirocini, bisogna essere stati quindi “a scuola” come si va a scuola per apprendere qualunque altro mestiere (medico, infermiere, sarto...)

Inoltre tutto questo lavoro deve essere fatto all’interno di una relazione che viene definita appunto “terapeutica”, che deve avere certe caratteristiche che andranno mantenute il più possibile integre lungo tutto il percorso.

E’ di un’enorme superficialità credere che  i nostri mali psichici  non necessitino di un loro “medico”, allo stesso modo dei nostri mali fisici.