LO “SBALLO” DEI GIOVANI
Il consumo di sostanze stupefacenti è uno dei comportamenti a rischio
maggiormente sperimentati durante l’adolescenza. Non necessariamente da
questa fase di sperimentazione deriva un’abitudine che si protrae per
tutta la vita. Infatti, se in passato era diffusa l’immagine del
tossicodipendente che organizzava tutta la sua vita su come e dove
procurarsi la droga, oggi l’identikit del consumatore è cambiata, e ci
troviamo davanti a giovani che consumano droghe saltuariamente,
tipicamente nei fine settimana e nei momenti di festa e divertimento.
Diffuso è il “policonsumo”, ovvero, la modalità combinata con cui
vengono assunte le sostanze stupefacenti, ad esempio droghe sintetiche
associate a cocaina, cannabinoidi, o ad alcol, con esiti che possono
essere nefasti, come riportano le cronache nazionali ormai da molti
anni. Lo scopo è ricreativo e socializzante, si cerca “lo sballo”,
ovvero, un’alterazione dello stato di coscienza che favorisca apertura,
loquacità e diminuisca l’imbarazzo, dando al giovane l’illusione di
superare il disagio che scaturisce dall’interazione con gli altri,
l’illusione, più in generale, di fuggire dai problemi e dalla realtà.
Questa fase, il più delle volte, è legata al processo di crescita, che
vede l’adolescente affrancarsi progressivamente dalla famiglia d’origine
e fare nuove esperienze, percorrere nuove strade, molte di queste assai
pericolose, per arrivare a costruire una propria autonomia e una propria
identità. La spinta trasgressiva e la ricerca di nuovi punti di
riferimento, al di là dei modelli familiari, può portare l’adolescente a
diventare molto sensibile all’influenza del gruppo dei pari, da cui può
subire una pressione verso il consumo indiscriminato di stupefacenti.
Molti genitori e insegnanti si accorgono tardivamente del problema,
quando la situazione degenera e l’abuso di stupefacenti ha creato o
accentuato problemi relazionali, mutato il modo di essere e l’umore,
oppure provocato un significativo calo del rendimento scolastico. Di
fronte a questi cambiamenti si trovano spesso disorientati ed
impreparati, sia nel riconoscere i primi segnali di rischio, sia nel
trovare adeguate modalità di relazionarsi col giovane ed accogliere in
maniera empatica le sue implicite richieste d’aiuto.
La prevenzione, in famiglia e nelle scuole, riveste un ruolo basilare
nell’affrontare il problema droga, la cui complessità impone un
intervento articolato che non si limiti solo a realizzare campagne
informative sull’argomento; la classica lezione sui rischi delle droghe
e dell’alcol, infatti, può intimorire e convincere una parte dei
giovani, ma lasciarne indifferenti molti altri, che possono addirittura
reagire minimizzando, perché hanno bisogno di mostrare a se stessi e
agli altri di essere “superiori” e di non aver paura. Indispensabile,
accanto all’informazione, è migliorare la capacità del giovane di
gestire le situazioni di stress senza far ricorso all’uso di sostanze,
potenziando, invece, le sue capacità relazionali ed introspettive, lo
sviluppo dello spirito critico e l’individuazione di interessi
alternativi e di nuove forme di gratificazione.
Oltre alla prevenzione, va incoraggiata anche una rete di comunicazione
tra le agenzie educative (scuola, centri di aggregazione..) e i genitori
al fine di rilevare precocemente il disagio e di favorire una
riflessione ed un intervento concertato per aiutare l’adolescente in
difficoltà, che coinvolga anche gli specialisti, qualora il consumo
della sostanza cessi di essere un fenomeno occasionale legato alla
turbolenta età adolescenziale e, invece, aumenti sempre di più,
diventando la spia di un disagio psicologico ben più radicato.
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